Usa decennio: 1890 - 1900 - Ricordi di immagini e canzoni brutalmente razziste
Per chi come me era dell'idea che con le canzoni un autore possa fare solo poesia, parlare di sentimenti, o sensazioni personali della propria esistenza, forse avevamo torto. Leggendo un blog Retronaut, che tratta di foto e locandine di un periodo definito sul finire del 1800 e il secolo scorso, la mia attenzione si è imbattuta su un titolo alquanto crudo e duro: 1880 -1900 Canzoni brutali popolari americane razziste (Viciously Racist Popular American Songs).
Questo titolo esplicito, crudo, drammatico, ha portato la mia mente a vedere quei fieri bianchi americani che attraverso la nobile arte del canto schernivano gli americani di colore, benché fosse passato quasi un secolo dalla guerra d'indipendenza e dalla schiavitù. Pensate se queste canzoni fossero ancora presenti nella cultura malata di certi individui quale conseguenze potrebbero avere, un effetto bomba, grazie all'immediatezza di internet, all'efficienza della multimedialità: iPod, lettori e la stessa TV.
Forse per quegli uomini, nella loro ignoranza cantare quelle nenie era divertente, ma per chi suo malgrado è stato protagonista di quelle canzoni, sentire quelle parole, quale triste sentimento e malinconia avrà scalfito la sua dignità. Il bello, che gli stessi editori musicali con l'uscita dei primi vinili spesso facevano copertine umoristiche e cattive nei confronti di queste sfortunate persone.
L'America dei nuovi bianchi che ancora odiavano come i loro nonni i discendenti africani, la ferita di una schiavitù mai dimenticata, memoria ancora troppo viva, in quel ventennio 1880 - 1900. Copertine di bianchi con le loro scarpe in evidenza sui volti dei propri simili, colpevoli di essere un altro colore di pelle.
Per quanto le canzoni incriminate non ebbero praticamente sbocco all'interno dei teatri, ci fu un mercato definito e solido per quegli uomini vili, amanti di canzoncine razziste, e gli editori musicali non ebbero ripensamento nel lanciarlo sul mercato discografico. Materiale crudele senza cuore per quelle famiglie di bianchi americani che ancora celavano nel loro cuore il desiderio di poter essere i signori di un'altra vita umana.
Per fortuna la canzone poi è divenuta una delle migliori armi per gli americani di colore, specialmente dopo la prima guerra mondiale, da qual momento gli Usa hanno sfornato dei veri geni quasi sempre neri che ci hanno donato la musica più bella del mondo il blues.
foto via Retronaut e Library Congress
Questo titolo esplicito, crudo, drammatico, ha portato la mia mente a vedere quei fieri bianchi americani che attraverso la nobile arte del canto schernivano gli americani di colore, benché fosse passato quasi un secolo dalla guerra d'indipendenza e dalla schiavitù. Pensate se queste canzoni fossero ancora presenti nella cultura malata di certi individui quale conseguenze potrebbero avere, un effetto bomba, grazie all'immediatezza di internet, all'efficienza della multimedialità: iPod, lettori e la stessa TV.
Forse per quegli uomini, nella loro ignoranza cantare quelle nenie era divertente, ma per chi suo malgrado è stato protagonista di quelle canzoni, sentire quelle parole, quale triste sentimento e malinconia avrà scalfito la sua dignità. Il bello, che gli stessi editori musicali con l'uscita dei primi vinili spesso facevano copertine umoristiche e cattive nei confronti di queste sfortunate persone.
L'America dei nuovi bianchi che ancora odiavano come i loro nonni i discendenti africani, la ferita di una schiavitù mai dimenticata, memoria ancora troppo viva, in quel ventennio 1880 - 1900. Copertine di bianchi con le loro scarpe in evidenza sui volti dei propri simili, colpevoli di essere un altro colore di pelle.
Per quanto le canzoni incriminate non ebbero praticamente sbocco all'interno dei teatri, ci fu un mercato definito e solido per quegli uomini vili, amanti di canzoncine razziste, e gli editori musicali non ebbero ripensamento nel lanciarlo sul mercato discografico. Materiale crudele senza cuore per quelle famiglie di bianchi americani che ancora celavano nel loro cuore il desiderio di poter essere i signori di un'altra vita umana.
Per fortuna la canzone poi è divenuta una delle migliori armi per gli americani di colore, specialmente dopo la prima guerra mondiale, da qual momento gli Usa hanno sfornato dei veri geni quasi sempre neri che ci hanno donato la musica più bella del mondo il blues.
foto via Retronaut e Library Congress
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