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La solitudine ai giorni nostri: una piaga postmoderna

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La solitudine ai giorni nostri Con l'avvento dei Social e non del solo Internet molte persone si sentono sempre più sole . Eppure, questo (disagio sociale) se così vogliamo chiamarlo ha radici più profonde: la solitudine post- moderna nasce ed è schiava dell'individualismo delle persone. Il concetto di ascoltare gli altri sembra essersi estinto, tutti hanno da dire via social o ancora peggio godono nell'offendere e giudicare qualcuno che hanno il coraggio di esporsi e andare contro corrente. Il nuovo millennio verrà ricordato non solo per le eccezionali scoperte tecnologiche, ma per una solitudine sempre più dilagante. È più facile rimanere soli che provare a instaurare un rapporto con qualcun'altro  La Solitudine un modo di essere ai giorni nostri Nell'epoca del Romanticismo si diceva 'Si nasce soli e si muore soli'. Solo 200 anni fa una famiglia condivideva la casa con molte persone, con i vicini vigeva un patto di solidarietà reciproca : il co

10 incredibili persone che hanno trascorso anni in totale isolamento

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Tascorrere anni o un periodo di  totale isolamento per alcuni individui è una scelta, per altri una necessità ponderata dal bisogno di stare solo con se stesso e quello che gli circonda. Certo molti sono stati costretti perché detenuti, quindi obbligati a scontare una pena. Quindi il nostro post sulle 10 incredibili persone e la loro solitudine descriverà:   eremiti mistici o eccentrici solitari. Storie a volte concluse in modo tragico, ma sempre avvincente. 10 incredibili persone che hanno trascorso anni in totale isolamento 10 - John Bigg - Bigg è stato uno dei carnefici  del monarca Carlo I. Quando la monarchia in Inghilterra  fu restaurata nel 1660 Bigg forse per paura o per senso di colpa, andò a vivere in una grotta sotterranea  sino alla fine dei suoi giorni. A dispetto del suo sopranome Bigg, l'uomo dai vestiti ritrovati era di media statura. John Bigg era un seguace di  Oliver Cromwell . 9 - Dorothy Paget -  È stata una proprietaria inglese di cavalli e una s

In Italia sempre più donne sole

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La parola solitudine è sempre stata vista e annotata in maniera negativa. Quando si parla di persone sole si fa riferimento sempre a donne annoiate, frustrate, senza rapporti sociali e senza uno scopo nella vita. Un’accezione ancor più negativa si ha quando la solitudine colpisce gli anziani e le donne. In effetti per gli anziani rimanere da soli può essere una problematica.  Le persone non autosufficienti da sole non sono in grado di portare avanti le occupazioni quotidiane e di routine: lavarsi, pulire e camminare può divenire un vero e proprio incubo per coloro che hanno questo problema di salute. Per le donne tutto questo non è vero. E’ la società che impone alle donne di sposarsi, unirsi e fare figli. Per molte donne la solitudine non è un’accezione negativa, anzi. Vi sono molte donne sole che hanno avuto successo nella vita lavorativa senza per forza esser sposate ed avere una marea di figli.   Molte ragazze preferiscono rimanere da sole che “imbarcarsi” in avventu

Hikikomori: Perché molti giapponesi rifiutano di lasciare le loro stanze?

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Il giapponese in genere è una persona solitaria, ama vivere una vita appartata benché sembra assurdo tutto questo per un abitante di Tokyo eppure è davvero così. Ma ci sono degli individui in Giappone ancora più estremi, che vogliono isolarsi dal resto della società e rilegarsi in un unico ambiente familare: la propria stanza, questo fenomeno viene definito come: Hikkomori dove tanti giapponesi rifiutano di lasciare le loro stanze . Tra l'altro una moda che sta prendendo piega anche in Italia da parte di quei ragazzi che decidono di isolarsi dalla società e dalla famiglia per svariate ragioni: depressione , aver subito violenza a scuola o in un altro luogo di atti bullismo , ribellione . In Giappone questo fenomeno è presente da quasi 30 anni , e ne soffrono quasi 2 milioni di ragazzi. Ma piano e inesorabilmente come un virus sta arrivando anche in occidente. Quindi siamo di fronte a una personale e ponderata decisione di escludersi e nascondersi dalla società nelle 4 mura d

Mathew Arthur un ragazzo canadese ha deciso di vivere tutto il 2013 dentro a un furgone

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Voglia di libertà, sfida, o cos'altro, quello che conta che  Mathew Arthur , un designer canadese precisamente di Vancouveur, ha deciso di vivere per quest'anno in un furgone. Il giovane  ambizioso ragazzo annotterà questa sua particolare esperienza in un diario di bordo, non altro che il suo blog personale chiamato Van x year . Perciò, per chi vuole seguire l'avventura del freelance Mathew Arthur ( che si guadagna da vivere come 3D designer ), non deve far altro che cliccare sul collegamento ipertestuale. Il giovane prima di intraprendere questa avventura solitaria ha monitorato ogni spazio possibile del veicolo che diverrà a sua volta, un letto, una scrivania, e un piccolo spazio per il lavabo. Che dire un furgone che diventa per necessità un micro appartamento. Per certi versi mi ricorda il film Into the Wild dello sfortunato Christopher McCandless , ma questa volta è tutto diverso, è vero che anche Mathew vivrà da solo, ma potrà contare sul'esistenza dell'