Il teatro sta morendo Eduardo De Filippo cosa direbbe
Burattini e commedianti, piccoli e grandi palcoscenici nessuno è immune, il teatro sta morendo, potesse tornare in vita Eduardo De Filippo cosa direbbe. C'è chi vuole preservare questo grande patrimonio della nostra cultura protestando e firmando petizioni, alcuni privati finanziando di tasca loro, ma non basta se le istituzioni non fanno qualcosa. E' come la storia della crisi degli ippodromi ... ma tutto tace.
L'elenco dei teatri che stanno chiudendo i battenti inizia a diventare lungo, non importa non c'è alcuna distinzione da nord a sud. Per citarne alcuni con grosse difficoltà ricordiamo l'Eliseo di Roma, il Sancarluccio di Napoli, a Bologna l'Arena del Sole, l'Archivolto di Genova e il Teatro Bellini e lo Stabile di Catania.
Ma ogni teatro ha la sua storia anche se non con un nome famoso, è l'anima di quella città. Con la crisi le giovani compagnie non possono esibirsi nella loro regione e provano allora a cercare fortuna nei palcoscenici della capitale, che come sostegno chiede un affitto da pagare. Perciò diventa sempre più ardua per un giovane attore teatrale trovare spazio in questa giungla.
Lasciamo stare i dati statici già lo sapevamo che rispetto agli anni passati c'è stato un calo di spettatori in tutta la cultura (vedi gli stessi cinema), ma costretti a chiudere è un altro paio di maniche. Tutto da rifare nuovi sponsor da cercare e forse venire incontro ai veri appassionati con prezzo del biglietto più ragionevole.
La speranza è sempre quella che Natale a casa Cupiello abbia ancora il panettone per il nostro teatro italiano.
L'elenco dei teatri che stanno chiudendo i battenti inizia a diventare lungo, non importa non c'è alcuna distinzione da nord a sud. Per citarne alcuni con grosse difficoltà ricordiamo l'Eliseo di Roma, il Sancarluccio di Napoli, a Bologna l'Arena del Sole, l'Archivolto di Genova e il Teatro Bellini e lo Stabile di Catania.
Ma ogni teatro ha la sua storia anche se non con un nome famoso, è l'anima di quella città. Con la crisi le giovani compagnie non possono esibirsi nella loro regione e provano allora a cercare fortuna nei palcoscenici della capitale, che come sostegno chiede un affitto da pagare. Perciò diventa sempre più ardua per un giovane attore teatrale trovare spazio in questa giungla.
Lasciamo stare i dati statici già lo sapevamo che rispetto agli anni passati c'è stato un calo di spettatori in tutta la cultura (vedi gli stessi cinema), ma costretti a chiudere è un altro paio di maniche. Tutto da rifare nuovi sponsor da cercare e forse venire incontro ai veri appassionati con prezzo del biglietto più ragionevole.
La speranza è sempre quella che Natale a casa Cupiello abbia ancora il panettone per il nostro teatro italiano.
Commenti
Posta un commento