Anche i robot hanno un cuore: Video di Colin West McDonald
Anche i robot hanno un cuore? In una duna di sabbia un robot cammina in mezzo al deserto in cerca del suo creatore. "Non siamo stati fatti per vivere in questo mondo,". Un desolante e bel videoclip diretto da Colin West McDonald girato assieme al pluripremiato disegnatore Paul Hornschemeier. Un video che sinceramente ti mette l'angoscia, un po come quando E.T voleva tornare a casa sua. La voce profonda di Mark “Big Poppa” Stampley - arricchisce ancora di più un paesaggio di solitudine, dove un robot è alla ricerca del suo padrone. In quel silenzio irreale, possiamo sentire il respiro e le giunture arrugginite del robot, che quasi con passo stanco continua il suo camminare senza una precisa meta. Poi si ferma, è scruta l'orizzonte ma non trova nulla; solo nuvole e il sole che si appresta a tramontare.
Forse il videoclip vuole dimostrare che ai giorni nostri anche una macchina assomiglia sempre più a un uomo e percepisce le nostre stesse emozioni. Oppure, che l'uomo come un robot è solo in mezzo agli altri. La sua vita assomiglia proprio a quel deserto, che quel barile di latta cammina per centinaia di chilometri nella speranza di trovare qualcuno. Siamo dei piccoli granelli di sabbia all'interno della terra - non siamo nulla rispetto al nostro sistema solare - mai esistiti per l'universo.
We were not made for this world: Non siamo stati creati per questo mondo, è questo il titolo che appare all'inizio del video. Probabilmente dedicato al robot che naviga in quel mare sabbioso; ma ugualmente attribuibile a noi esseri umani. Tornando propriamente al tema principale, il video è stato ispirato al libro: Project Telstar: A Spacial Robotic Antology. Un'antologia incentrata sui robot e lo spazio, che contengono le opere di: Gregory Benton, Jeffrey Brown, Renee French, Jay Geldhof, Paul Hornschemeier, Ellen Lindner, Scott Mills, Bernie Mireault, John Pham, Joel Priddy, Paul Rivoche, Vince Stall, Rob Ullman. Molto originale l'interno del libro stampato con inchiostro blu metallico.
Il paesaggio ci ricorda quello di Marte o perlomeno al tipico panorama spaziale. Ma il robot si trova sulla terra a milioni di chilometri da casa sua. Eppure se è stato creato da un uomo, anche lui appartiene al nostro pianeta. La sua condizione non è tanto diversa da quella di altri uomini - soli nelle grandi città, o in silenzio davanti a una tomba. Ancora più desolante; seduti in una panchina a scrutare quello che gli altri non gli hanno dato; un po d'affetto.!
Forse il videoclip vuole dimostrare che ai giorni nostri anche una macchina assomiglia sempre più a un uomo e percepisce le nostre stesse emozioni. Oppure, che l'uomo come un robot è solo in mezzo agli altri. La sua vita assomiglia proprio a quel deserto, che quel barile di latta cammina per centinaia di chilometri nella speranza di trovare qualcuno. Siamo dei piccoli granelli di sabbia all'interno della terra - non siamo nulla rispetto al nostro sistema solare - mai esistiti per l'universo.
We were not made for this world: Non siamo stati creati per questo mondo, è questo il titolo che appare all'inizio del video. Probabilmente dedicato al robot che naviga in quel mare sabbioso; ma ugualmente attribuibile a noi esseri umani. Tornando propriamente al tema principale, il video è stato ispirato al libro: Project Telstar: A Spacial Robotic Antology. Un'antologia incentrata sui robot e lo spazio, che contengono le opere di: Gregory Benton, Jeffrey Brown, Renee French, Jay Geldhof, Paul Hornschemeier, Ellen Lindner, Scott Mills, Bernie Mireault, John Pham, Joel Priddy, Paul Rivoche, Vince Stall, Rob Ullman. Molto originale l'interno del libro stampato con inchiostro blu metallico.
Il paesaggio ci ricorda quello di Marte o perlomeno al tipico panorama spaziale. Ma il robot si trova sulla terra a milioni di chilometri da casa sua. Eppure se è stato creato da un uomo, anche lui appartiene al nostro pianeta. La sua condizione non è tanto diversa da quella di altri uomini - soli nelle grandi città, o in silenzio davanti a una tomba. Ancora più desolante; seduti in una panchina a scrutare quello che gli altri non gli hanno dato; un po d'affetto.!
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