Come scegliere una lampada a sospensione
Le lampade sono spesso uno degli
ultimi elementi d’arredo a essere scelti, non a caso, non è infrequente entrare
in case appena arredate che, nonostante abbiano ormai tutti i mobili e le
suppellettili, mostrino ancora i portalampada con appesa la lampadina.
In questo modo, il lampadario a
sospensione, finisce inevitabilmente per doversi “adattare” all’ambiente in cui
viene inserito; ecco quindi il primo elemento da valutare: lo stile
dell’arredamento.
Un lampadario minimal, dalle linee semplici e pulite, inserito per esempio all’interno di un arredamento
shabby chic, dal sapore tipicamente vintage e romantico, stonerebbe fortemente
e non farebbe altro che rompere l’armonia; se è vero che in certi casi alcuni
stili possono convivere e completarsi in maniera originale, è anche vero che,
se non si è in grado di accostare nella maniera corretta, si corre il rischio
di creare un’ambiente disarmonico e disordinato.
La grandezza dell’ambiente è un
secondo elemento di cui tener conto; se la stanza da illuminare è piccola, non
serve in generale un grande lampadario, a meno che, l’obiettivo non sia proprio
quello di renderlo l’elemento principale dell’arredamento. Anche in questo caso
si possono fare le dovute eccezioni e, con un po’ di accorgimenti, si potrà
scegliere la lampada a sospensione perfetta. In un ambiente spazioso, a meno
che non si disponga di più punti luce, si dovrà puntare l’attenzione su un
lampadario che illumini in maniera omogenea, diffondendo la luce anche verso
gli angoli e le pareti. Perfette in questa situazione, sono le lampade a
grappolo o belle e moderne lampade a forma di lampadina, giovani e colorate, ideali
per chi sfoggi uno stile fresco e disimpegnato oppure, grandi lampadari con
gocce in cristallo, per ambienti classici. E’ consigliabile evitare inoltre lampadari
che creino un cono di luce molto stretto o in vetro smerigliato se si desidera
un’illuminazione a giorno (o quasi), meglio prevederne uno in vetro non lavorato
per massimizzare l’emissione di luce.
Se però, in una sala è presente
un lungo tavolo riservato alle grandi cene di famiglia o con gli amici oppure,
in cucina, una bella isola che necessiti un’illuminazione che metta in evidenza
ciò che si trova sui piatti o sull’area di lavoro, via libera a lunghi
lampadari come Plissè di Luceplan; disegnata da Inga Sempè e vincitrice del
Design Plus 2008, è bella e versatile, si adatta alle necessità dell’utente
grazie alla possibilità di esser allungata o accorciata tramite la pratica
plissettatura a fisarmonica. Anche il fascio di luce può variare passando da un
minimo di 60 cm, a un massimo di 160 cm.
Una divertente alternativa sono
più lampade, stile bar, come la Drip 2 di Ex.t, in ceramica smaltata, realizzata
artigianalmente, che con la sua originalità e l’aspetto giovane e dinamico
regala una nota di allegria anche agli ambienti più bui; la varietà di nuance
la rende adatta a vari tipi di ambienti.
A questo punto, da tener presente
è la presenza di eventuali altri punti luci e la necessità di trovare lampadari
che si armonizzino nel caso di applique oppure, di riuscire a trovare un
lampadario disponibile in differenti dimensioni qualora si prevedano più lampade
a sospensione. Può capitare infatti che progettando una zona raccolta da
trasformare in angolo-conversazione o lettura, sia stato predisposto un punto
in cui installare una seconda lampada più piccola, che dovrà necessariamente
armonizzarsi con quella “principale”.
Prima di concludere, da tener
presente è il materiale con cui è realizzato il paralume, quelli in stoffa o carta
di riso, da utilizzare per una luce morbida e soffusa, richiedono lampadine a
basso voltaggio, anche per evitare che il surriscaldamento possa provocare
pericolosi incidenti.
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