Galateo a Tavola nel Medioevo: Mangiare nello Stesso Piatto


La nobiltà medievale per quanto riguardava le regole del Galateo a tavola non era di certo raffinata. Se un principe o un contessa di allora fossero stati invitati a un pranzo ufficiale di oggi avrebbero creato molto imbarazzo tra i commensali. Ciò che interessava veramente era il condividere con altre persone la sacralità dei pasti. Mangiare da soli non era visto di buon grado: chi decideva di mangiare da solo, era di solito un eremita o un emarginato che aveva scelto o costretto ad allontanarsi dalla società dell'epoca. Fino al 1400 i bicchieri e piatti venivano condivisi a tavola da ogni due commensali. In occasione di un bacchetto organizzato da un nobile avremo potuto assistere a un rito cerimoniale di servitori presieduto dal 'Maestro di Cerimonie', egli vestiva un abito contraddistinto da un coltello che portava appeso alla cintura.
I piatti preparati è serviti in tavola venivano portati nella sala principale mediante grandi vassoi. Il menù era suddiviso in diversi piatti riuniti in un unico “servizio”.  Ovviamente, anche nel Medioevo era usanza distinguere le pietanze fredde da quelle calde, l'unica regola era quella di iniziare a mangiare i cibi e bevande dolci, per proseguire con il salato e il dolce.

Predisposizione dei tavoli 


Il tavolo d’onore era riservato al Signore o alla coppia di novelli sposi, il quale era contraddistinto dagli altri bancali  l'uso di un baldacchino ricoperto con arazzi dorati. La tovaglia era ornata di candelabri è apparecchiata con un solo coltello e mestolo gigante in legno. Accanto vi era l’incaricato alla preparazione del vino e un giovane coppiere, pronto a offrire ogni bevanda richiesta. Vicino al tavolo d'onore veniva sistemato un tavolino con le portate ad essere assaggiate, dal "credenziere", prima di essere servite, al fine di assicurarsi che non fossero avvelenate. Il Vasari disse: “La qual credenza, che è a mezo tondo di botte, è ricoperta di festoni di verzure e fiori e tutta piena di grappoli d'uve e pampini , sotto i quali sono tre ordini di vasi bizarri, bacini, boccali, tazze e coppe, ...che paiono di vero argento e oro..."

I Coppieri 

Intorno al Tavolo del Signore si alternavano molti domestici, diretti dal Maestro di Cerimonia e coadiuvati da altri ausiliari. Per lo più i coppieri erano giovani paggi o scudieri di bell’aspetto e vestiti elegantemente. Essi avevano il compito di servire le bevande con diligenza, acutezza e oculatezza. Lo spazio a loro riservato è rialzato ed accessibile mediante una gradinata. Gli invitati invece, erano fatti sedere su dei bancali ad un solo lato delle lunghe tavole, predisposte a forma di “U”, in maniera di lasciare un largo spazio al centro per il movimento dei servitori e per l’esibizione degli artisti (danze, pantomime, esercizi di giocoleria). I commensali erano predisposti i modo alternato: accanto al cavaliere segue una dama, che si prodigava in garbate gentilezze, offrendo a colei le parti migliori del cibo e conversando in maniera pacata.

L'arte di Trinciare la Carne nel Medioevo 

La Carne e il pesce dovevano essere portati in tavola già tagliati in bocconi; nel caso il commensale desiderava dei bocconi più piccoli, doveva egli stesso provvedere al taglio con un coltello, tenendo ferma la carne con le dita della mano sinistra. Alla tavola principale è invece lo scalco a essere incaricato di affettare ogni tipo di cibo in pezzi più maneggevoli. La carne e il pesce venivano accompagnate da una salsa o servita a parte in piccole coppe poste sul bancale a fianco dei commensali. Ognuno immergeva il boccone nella salsa a suo piacimento. Era usanza preparare il cibo pronto per essere preso e mangiato con le mani. Nel medioevo era più che lecito fare la “scarpetta”!

 Buone maniere a Tavola nel Medioevo 

Sedendoci a un pranzo medievale ci saremo stupiti per la quasi totale mancanza di stoviglie e posate. La forchetta era praticamente assente e i piatti individuali erano spesso composti da grosse fette di pane e si beveva da boccali usati da due o più persone. Qualche posata c'era, come ad esempio un grande cucchiaio o un coltello, che veniva adoperato per fare a pezzi la carne, da dove ognuno lo prendeva con le mani o lo metteva sulla propria fetta di pane. Se il pasto era liquido i commensali provvedevano ad assorbirlo a turno dalla zuppiera e dal grande mestolo comune, che riposavano nel pentolone dopo averlo ben asciugato. Toccare il cibo con le mani le rendeva untuose, per questo nei banchetti nobiliari i paggi arrivano con delle brocche piene di acqua profumata di rosmarino e camomilla per far lavare la mani ai commensali. I rari galatei del tempo prevedevano di:
  • Pulirsi la bocca prima di bere, in modo tale da non mettere in imbarazzo il tuo vicino che si servirà della stessa coppa.
  • Di non gettarsi sulla portata per prendere il pezzo migliore, né tanto meno di frugare alla ricerca del boccone più prelibato.
  • Si scoraggia di compiere gesti di simpatia come di offrire un pezzo di carne già mezza masticata a un convitato con il quale si è entrati in sintonia.
  • Non è molto fine rimettere gli ossi rosicchiati nel grande piatto comune, ma conviene buttarli sotto il tavolo.
  • Grattarsi, mettersi le ditta nelle orecchie, sputare o tossire fragorosamente sono considerate azioni adatte alle mense dei poveri e contadini.
  • Pulirsi i denti con il coltello e non emettere nessun rumore sgradevole che possa indurre il proprio vicino ad avere ribrezzo.
  • Se possibile non ci si deve appoggiare alla tavola imbandita, poiché non è educato appoggiare i gomiti o stendere le braccia.
  • Chi stesse mangiando da un tagliere con donne, deve tagliare la carne per sé e per loro. L’uomo deve essere più premuroso, più sollecito e servizievole della donna che per riservatezza non è in grado di esserlo
  • Non raccontare storie tristi, perché coloro che sono con te possano mangiare serenamente. Fin che gli altri mangiano non dire cose angoscianti, ma taci oppure dì parole confortanti.
Queste norme sono solo alcune delle principali per non offendere il commensale vicino. Uno dei manuali di buone maniere che godette di grande successo fu quello scritto da Giovanni della Casa, pubblicato nel 1558.

            

Commenti

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