La Principessa SISSI: una vita Fiabesca e il Tragico EPILOGO
Per la cultura popolare, la Principessa Sissi è la principessa per antonomasia . Al secolo Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach, nata in Baviera il 24 dicembre del 1837, quarta dei dieci figli del duca Massimiliano Giuseppe e di Ludovica di Baviera.
Ambedue i genitori appartenevano al casato dei Wittelsbach, considerato come la più antica dinastia tedesca e una delle più antiche in tutta Europa! Al cospetto di tale ramo nobiliare il trattamento di Sissi fin dalla nascita fu quello di "Sua altezza la duchessa Elisabetta in Baviera". Qualche anno dopo, esattamente nel 1845, il re Ludovico I fratello della mamma di Sissi accordò al cognato e ai suoi discendenti il titolo di altezza reale.
Per quanto il celebre film la Principessa Sissi evidenziava la famiglia di Elisabetta come una famiglia felice e spensierata, non fu proprio così. Il babbo di Sissi era un marito infedele. Nella vita il duca ebbe numerose amanti e molti figli illegittimi. Dall'altra, la duchessa Ludovica oltre a patire un marito assente e infedele, non amava la vita di corte e banchetti. Ella preferiva occuparsi dell'educazione dei figli, un aspetto alquanto inconsueto per la sua posizione.
Nonostante alcuni dissapori, Sissi e i suoi fratelli trascorrono un'infanzia spensierata. Sissi ama l'estate e la residenza estiva della famiglia ducale sul lago di Starnberg, il castello di Possenhofen. La principessa piace andare a cavallo e trascorrere del tempo in a contatto con la natura in mezzo ai boschi.
E fu proprio a Possenhofen che Sissi conobbe per la prima volta l'amore: la principessa si infatuò del conte Riccardo e scudiero personale. La principessa, all'epoca 13 enne si chiuse per giorni interi nella sua camera a scrivere poesie d'amore per il suo amato. Riccardo però dovette partire in un'altra regione per questioni personali. Tornerà a Possi solo quattro mesi più tardi e gravemente malato. Il giovane morirà pochi giorni dopo lasciando Sissi in un profondo dolore e sgomento.
IL FIDANZAMENTO E IL MATRIMONIO
Ma la svolta epocale della sua vita arriva nel mese di agosto del 1853: la madre e la Zia (madre dell’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe), si sono accordate per far maritare Francesco Giuseppe I con Elena la secondogenita di Ludovica e del duca Massimiliano. Ludovica e Sofia decidono di far incontrare i figli a Ischl, nella residenza estiva dell'imperatore. Assieme alla duchessa e la figlia vi è anche Sissi, con l'intenzione di prometterla all'Arciduca Carlo Lodovico d'Asburgo, fratello minore dell'imperatore Francesco Giuseppe.
Nel pomeriggio del 16 agosto del 1853 ci fu un primo incontro tra Francesco Giuseppe e Elena, conosciuta come Nené. Ma fu subito evidente ai presenti che le attenzioni per il giovane rampollo non erano rivolte per l'allora ventiduenne Nené, ma bensì per la sorella più piccola Sissi, la quale mostrava essere schiva e avere un carattere alquanto acerbo!
Il giorno seguente, Francesco Giuseppe riferì alla madre che la scelta era caduta su Elisabetta, e la notizia inizierà a correre e fare scalpore nella corti di tutta Europa. Anche durante la cena del 18 agosto, compleanno di Francesco Giuseppe, Elisabetta fu fatta sedere accanto a lui.
Pur non entusiasta dal suo nuovo futuro, la giovane principessa dovette sostenere un corso di studio intensivo, per essere alla pari sul livello di istruzione del futuro marito e imperatore d'Austria. Tra le materie: l'italiano, il francese e soprattutto la storia dell'Austria, migliorare nel ballo e nella postura.
Allo stesso tempo fu predisposto il corredo della sposa, pagato quasi tutto dall'imperatore e non dal padre della sposa come vuole la tradizione. A marzo del 1854 fu sottoscritto il contratto nuziale e la dote fu fissata in 50 000 fiorini pagati dal duca Massimiliano e 100 000 fiorini pagati dall'imperatore.
Il 23 aprile dello stesso anno Sissi fece il suo ingresso ufficiale a palazzo a Vienna, ricevendo una calorosa accoglienza. La sera del 24 aprile le nozze furono celebrate nella Chiesa degli Agostiniani.
Tra gli aneddoti del ricevimento nunziale, si ricordano le parole pungenti del cardinale Rauscher, probabilmente suggeritegli dalla stessa Arciduchessa. Il sacerdote nella sua omelia esprime suddette parole: “Quando la donna ama lo sposo solo perché è ricco e potente, essa non è pura, perché, anziché amare l’uomo, essa ama solo il suo denaro. Una donna deve amare uno sposo anche se questi è povero e privo di ogni titolo e di ogni altra cosa.”. Sissi è molto risentita da queste parole.
Qualche mese più tardi la principessa rimase incinta: il 5 marzo 1855 darà alla luce la sua prima figlia, chiamata Sofia in onore della nonna paterna. iI 12 luglio 1856, Elisabetta partorì un'altra bambina, Gisella allevata dalla nonna. Nel settembre dello stesso anno, l'imperatrice capì che i frequenti viaggi di stato del figlio e di Elisabetta erano un pretesto per rimanere da sola con il consorte.
LA DEPRESSIONE
Pronta ad assentarsi dagli impegni ufficiali a Vienna, Elisabetta tuttavia decise di rimanere accanto al marito in difficoltà per la visita nel Lombardo-Veneto. Celebre è il ricevimento indetto dalla nobiltà milanese che mandarono al loro posto n segno di disprezzo, i propri servi; al concerto al Teatro alla Scala fu intonato il "Va, pensiero" di Giuseppe Verdi, che allora era l'inno dei patrioti italiani. A Venezia, poi, la famiglia imperiale attraversò Piazza San Marco acclamata soltanto dai soldati austriaci, mentre la folla di italiani rimase in silenzio
Ma il 1857 fu ricordato per la morte prematura della prima figlia di Sissi, la quale cadde in uno stato di depressione non volendo più mangiare, ritenendosi responsabile per la presenza della bambina in uno dei loro viaggi.
Dopo mesi di agonia, il 21 agosto 1858 la morte della prima figlia fu colmata dalla nascita dell'arciduca Rodolfo, principe ereditario dell'Impero d'Austria. Ma fu una serenità effimera: due anni più tardi a seguito di svariate disfatte dell'esercito austriaco contro quello sardo -piemontese e lombardo, la cacciata di Leopoldo II di Toscana e Francesco V di Modena, con tutti i loro familiari, la decisiva battaglia di Solferino e la disfatta di Villafranca, che costrinse l'Austria a rinunciare alla Lombardia, al punto di chiedere l'abdicazione del sovrano in favore di suo fratello Massimiliano
Elisabetta cadde in un profondo stato di disperazione, piangendo in continuazione, al punto da chiedere all'imperatore di poterlo raggiungere in Italia, ottenendo però un secco rifiuto.
Nell'ottobre del 1860 la salute dell'imperatrice subì un ulteriore tracollo, dovuto a numerose crisi nervose e cure dimagranti. Passarono altri anni e momenti di tormento: prima la morte dell'amato cugino Ludwig nel 1886 ma il dolore estremo Sissi lo raggiunge sicuramente con il suicidio dell’erede al trono ed unico figlio maschio di Elisabetta e Francesco Giuseppe, Rodolfo, il 30 gennaio 1889 nel castello di Mayerling.
IL TRAGICO EPILOGO DI SISSI
Osservando i ritratti degli ultimi anni di Elisabetta è palese notare un'espressione di una donna dall'aspetto cupo, provato da molti dolori e una perenne angoscia negli occhi. Nell'ultimo anno della sua vita, Sissi ormai separata dal marito trascorre tanto tempo in Germania e sul lago di Starnberg.
Il 10 settembre 1898 Elisabetta è a Ginevra, in gran segreto, accompagnata solamente dalla sua dama di compagnia, la contessa Sztàray. Dopo un giro per la città, alle tredici e trenta, mancano pochi minuti alla partenza del battello. Sissi imbocca il vialetto che conduce al molo.
Un giovane di cui si saprà dopo il nome Luigi Lucheni anarchico italiano che nutre un profondo odio verso i nobili e il potere, informato sull'indirizzo dell'imperatrice e sulle sue sembianze da Giuseppe della Clara,suo ex commilitone. Luchen nascosto dietro un ippocastano ha con sé una lima sottile e affilatissima.
Appena le due dame si avvicinano il killer si precipita in avanti, con la mano destra alzata si lancia contro l’imperatrice colpendola all’altezza del petto. Sissi cade all’indietro, la contessa urla, Lucheni scappa convinto di aver fallito il suo attentato.
La principessa sembra stare bene ma arrivata sul battello diventa improvvisamente pallida, perde i sensi. Qualcuno le slaccia l’abito nero per farle dei movimenti respiratori ed allora, sulla camicia lilla, si scopre una macchia color marrone: da un minuscolo foro, lasciato dal punteruolo di Lucheni è uscita una sola fatale goccia di sangue.
Il battello fece retromarcia e Sissi fu riportata nella sua camera d'albergo; spirò un'ora dopo, senza aver mai ripreso conoscenza. Aveva 60 anni.
L'autopsia, effettuata dal dottor Mégevand, rivelerà che la lima aveva trafitto il ventricolo sinistro e che Elisabetta era morta d'emorragia interna (tamponamento cardiaco).
Al commissario Lucheni fu interrogato chiedendogli il motivo del suo gesto, sembra abbia risposto: <<Sono un anarchico, sono povero. Perché amo gli operai e voglio la morte dei ricchi>>.
Sissi fu sepolta nella Cripta Imperiale, accanto a quelle del marito e del figlio, a differenza delle sue volontà (voleva esser sepolta a Corfù)
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