San Nicola: da vescovo di Myra al vero Babbo Natale

 


Oggi si festeggia San Nicola, uno dei santi più popolari e più venerati al mondo: il mito di Babbo Natale nasce proprio da il vescovo di Myra

Uno dei motivi cardini perché San Nicola è connesso alla figura di Babbo Natale, appartiene a un episodio particolare del santo. Prima di essere ordinato vescovo, Nicola venne a conoscenza di una famiglia nobile caduta in disgrazia. Il padre si vergognava della condizione economica nella quale versava la sua famiglia, decidendo di avviare alla prostituzione le sue tre figlie.

Una notte Nicola, ma non è dato sapere se il periodo fosse proprio quello ricorrente al Natale si nascose dietro una finestra dell'abitazione e lasciò cadere tre sacchi con delle monete d'oro, tre palle d'oro, simboli iconografici con i quali viene rappresentato. Grazie a questi preziosi oggetti, l'uomo poté far maritare le figlie, salvandole da un triste destino. 

La finestra non è un elemento a caso, ricorda l'apertura del camino, che verrà utilizzata a partire dal 1500 e fino ai giorni nostri come viatico di Babbo Natale, per portare i doni ai bambini.

Altro aspetto importante che connette il santo con Babbo Natale è il dono dell’ubiquità, cioè la possibilità  di essere nello stesso momento in due posti differenti. È noto come nell'arco di una sola notte, Babbo Natale porta i doni a tutti i bimbi dell'intero emisfero!

COSI' E' NATO IL MITO DI BABBO NATALE 

Nei secoli San Nicola è stato raffigurato nella figura del vecchio con la barba bianca che portadoni. Nel corso del tempo è diventato il Santa Claus dei paesi anglosassoni, Klaus dell'Olanda e il NiKolaus della Germania. Come abbiamo visto ogni popolo lo ha fatto proprio a seconda delle proprie tradizioni, pur però conservando le caratteristiche fondamentali: San Nicola difensore delle persone deboli.

Ma vi è anche un aspetto alquanto macabro

Il rapporto speciale con i bambini nasce da una macabra storia medievale. Una gelida notte tre ragazzi si apprestano a chiedere ospitalità in una locanda. L'oste e sua moglie li accolgono sorridenti....all'interno della locanda l'oste fa finta di andare in dispensa a prendere della carne da offrire ai giovani viandanti. Invece, prende un'accetta e fa a pezzi i tre malcapitati, mettendoli in salamoia.

Terminato il massacro, San Nicola bussa alla porta chiedendo un piatto di carne. Al rifiuto dell'oste, il santo scende in dispensa, dove estrae dalla salamoia i tre giovani, vivi e vegeti. La leggenda circolava negli ambienti ecclesiastici e il 28 dicembre si celebrava la Festa degli innocenti, festa cristianizzata dei Saturnali.

 È storia come sul finire del XIII° secolo, specialmente nei paesi nord europei, il 6 dicembre è diventato il giorno nel quale alcune persone travestite da San Nicola vescovo, salivano sui loro scranni, tradizione che raggiunse il culmine fino al XVI° secolo.

Il suo simbolo per eccellenza è il bastone pastorale, e tre sacchetti di monete, da altre parte tre palle d'oro. Tradizionalmente nei dipinti viene rappresentato con una raffinata stola a motivi geometrici, con il vestito blu.

L'attuale colore rosso nasce dal poema A Visit from St. Nicholas del 1821 di Clement C. Moore,

Le tradizioni del Santo porta doni in Italia e in Europa

In Italia, San Nicola porta i doni ai bambini un po in giro per lo stivale: Bari, Molfetta, in Alto Adige,Trieste, Friuli e in Alto, nel Bellunese e nella Sinistra Piave, sotto il nome di San Nicolò.

Nell'arco alpino in Austria e Svizzera e lo stesso Sud Tirol, il santo è accompagnato da un personaggio chiamato Krampus, una sorta di diavolo rapitore dei bambini. Al centro Europa, paesi come: Olanda, Belgio e Lussemburgo, ma anche Germania, Estonia e Repubblica Ceca, San Nicola è molto popolare. 

Il vescovo di Myra infatti è il protettore di Amsterdam, sotto il nome di Sinterklaas, diventando poi Sant Claus nel nordamerica, è portato il culto fino alla Nuova Amsterdam (New York) dai coloni olandesi. Per gli amanti delle storie a fumetti Disney, Sinterklaasè apparso molte volte.

 Come abbiamo potuto vedere dalle leggende anche quelle che appaiono le più assurde, vi è sempre un fondo di verità. Quello che importa è continuare a sognare e non abbandonare mai il bambino che vive dentro noi.

 


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