Decimazione Grande Guerra: Disertori e Innocenti Italiani

 


Ieri ho visto un film ''Uomini Contro'', di Francesco Rosi, il film è ispirato al romanzo di Emilio Lussu 'Un anno sull'Altopiano'' sulla Prima Guerra Mondiale. Il regista attraverso la pellicola denuncia l'impreparazione e l'insolenza di alcuni comandi dell'esercito italiani, che mandavano migliaia di soldati a morte certa in assalti insensati. Inoltre, il film mette in risalto le fucilazioni sommarie nei reparti italiani, conosciute meglio come Decimazione della Grande Guerra. 

Il 24 maggio 1915 Luigi Cadorna stabiliva, nella sua Circolare n.1 che: "Il Comando Supremo vuole che in ogni contingenza di luogo e di tempo regni sovrana in tutto l''esercito una ferrea disciplina". Per mantenerla "si prevenga con oculatezza e si reprima con inflessibile rigore".

Il 28 settembre dello stesso anno, con la Circolare n° 3525, al terzo punto era riportato che "...il superiore ha il sacro diritto e dovere di passare immediatamente per le armi i recalcitranti e i vigliacci. 

I numeri contro i sodati italiani furono sconcertanti tra denunce, pene detentive, ergastolo e fucilazioni:

  • 870mila militari furono denunciati, 
  • 470mila per renitenza, 
  • 350mila il numero dei processi celebrati, 
  • 170mila le condanne, di cui 111mila per diserzione. 
  • 220mila condanne a pene detentive, tra le quali 15mila all'ergastolo.
  •  4mila condanne a morte,  750 eseguite". 

Gran parte dei soldati arrivava dalle campagne, nelle trincee divennero presto carne da macello. La Grande Guerra portò anche lo scontro di mezzi di distruzione di massa o che recavano indicibili sofferenze: armi tossiche, mitragliatrici che arrivano a colpire il nemico a centinaia di metri e quelle maledette trincee. Come se non bastasse, turni estenuanti, condizioni igieniche pari a zero e ogni cosa che poteva colpire l'emozioni di un ragazzo. 

Fu pressoché naturale che tra i soldati si celasse una situazione di disagio e malessere, al punto da trovare dissenso nel voler ancora continuare questa guerra.

Ma come accadeva la pratica della decimazione? 

La decimazione nacque nell'antica Roma come strumento estremo di disciplina militare per punire i soldati rei di codardia o ammutinamento: uccidendo un soldato ogni dieci. Dal latino decimatio, che vuol dire "eliminare uno ogni dieci".

Il Codice Penale militare in vigore per il Regio Esercito nel 1915 era ancora quello del 1859 e si rifaceva al codice voluto da Carlo Alberto, un qualcosa di veramente datato è appartenente a un'altra epoca storica. Il più grande artefice di questa pratica fu senz'altro Cadorna, un uomo di altri tempi e austero che agiva nei confronti dei soldati come se fossero dei mercenari e non di cittadini soldati.

Cadorna faceva finta di non capire che  il coraggio non poteva nulla contro le mitragliatrici nelle trincee nemiche.

Prima della Grande Guerra. il Reggio Esercito non aveva mai applicato la decimazione, ad eccezione di un caso in Francia, nel 1914 ai danni deii tirailleurs (fanteria coloniale) che si era rifiutato di mettersi in marcia verso la prima linea.

  Cadorna, sotto la pressione della battaglia degli Altipiani, che ebbe luogo nella primavera del 1916 sugli altipiani di confine tra Veneto e Trentino, tra gli austriaci e italiani, emise due circolari nel 1916, una del 26 maggio e un'altra il primo novembre, in cui si prescriveva la decimazione, con seguente motivazione: ..allorché accertamento identità personale dei responsabili nonest possibile rimane ai comandanti il diritto et il dovere di estrarre a sorte tra tutti gli indiziati alcuni militari et punirli con la pena di morte.

La decimazione poteva essere definita in due modi: trovare i responsabili di tradimento, rivolta, diserzione, sabotaggio, oppure con il fine di dare un salutare esempio, nonostante la consapevolezza di poter fucilare soldati delpr tutto innocenti dei fatti commessi da altri ignoti.

Delle Fucilazione sommarie vediamo i casi più eclatanti:

  • Brigata Catanzaro, 141°reggimento, 27 maggio 1916, Altipiano d'Asiago, 12 fucilati, sbandamento di fronte al nemico;
  • Brigata Toscana, 77° reggimento, 23 giugno 1917, retrovie di Monfalcone, 2 fucilati, rivolta.
  • 14° reggimento Bersaglieri, XL battaglione,16 giugno 1916, Altipiano d'Asiago, 4 fucilati, sbandamento.

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