INQUISIZIONE IN SICILIA: TUTTE LE FASI STORICHE



 Oggi ci trasferiamo nell'isola più grande d'Italia, la Sicilia e lo facciamo appunto parlando dell'Inquisizione in terra siciliana.

In Sicilia, l'Inquisizione venne introdotta nel 1224 al tempo di Federico II, eppure già un decennio prima iniziarono le prime repressioni per combattere i nuovi movimenti eretici. Differente però è la versione dell'inquisitore spagnolo ''Luis de Paramo'', il quale ci riporta che la vera attività dell'inquisizione pontificia nell'isola risala a partire dal 1309. 

Ciò che certo, che sempre Federico II con la costituzione "Inconsutilem tunicam", stabilì che tutte le persone di altre religioni differenti a quella cristiana dovessero pagare una tassa di suffragio agli stessi inquisitori.

Possiamo quindi suddividere la storia dell'inquisizione in Sicilia in 3 macro fasi: quella medievale (1224-1500); l'epoca spagnola (1500 - 1734) e di Carlo d'Austria, suddivisa la stessa in due micro -fasi: tra il 1720 - 1734, e con il finire del tribunale autonomo (1734  -1782).

INQUISIZIONE SPAGNOLA AL TEMPO DI FEDERICO II

La direttiva di Federico II concernente l'Eresia è contenuta nel protocollo finale alle esigenze pontificie dell'epoca, chiamato ''Constitutio in Basilica Beati Petrii'', in concomitanza all'incoronazione di Federico da parte di Onorio III. Più che una vera persecuzione a persone indagate per patti con il Diavolo, appare come una sorta di lesa maestà civile, avente una serie di limitazioni giuridiche. Infatti i reati peri quali si andava a essere perseguitati riguardavano ovviamente l'eresia, la bestemmia, e l'adulterio 

Dall'assimilazione tra l'eresia e lesa maestà, il passo è stato breve: agli eretici venivano confiscati i loro beni, e non solo, era prevista anche una punizione corporale. Una volta presa in carica l'inquisizione (inquisito), gli ufficiali passavano il testimone ai giudici ecclesiastici, i quali a loro volta dovevano verificare la comprovata colpevolezza dell'imputato.

Qualche anno più tardi, nel 1233 il procedimento di inquisizione in Sicilia vedrà apportate alcune modifiche: la ricerca degli eretici è affidata nella figura di un prelato e di un ufficiale giudiziario. La decisione finale rimarrà questione di un emissario del sovrano coadiuvato da ben due vescovi.

Con il pontificato di Gregorio IX,  il compito di sconfiggere l'eresia, è assegnato a dei frati predicatori domenicani. Da questo momento possiamo iniziare a intravedere l'inquisizione come un affare prettamente religioso e non più giuridico. Egemonia della chiesa che diverrà totale con la morte di Federico II, per quanto concerne l'Inquisizione in Sicilia. Il primo inquisitore domenicano è Bartolomeo Varello da Lentini.

INQUISIZIONE SPAGNOLA IN SICILIA NEL MEDIOEVO 

Dal 1250 fino al 1500 in poi nel Medioevo, in Sicilia l'Inquisizione fu amministrata da 52 inquisitori divisi in: vicari, sostituti e subdelegati. Questi personaggi erano tutti siciliani, tranne il calabrese Domenico di Ferrario e altri ancora nel corso dei secoli, quali inquisitori generali del regno, tra cui Bartolomeo dell'Aquila (1258).

Nel 1451, re Alfonso istituisce alcune norme fondamentali all'espletamento inquisitoriale in Sicilia: non verranno perseguitati soltanto i casi di eresia, ma si estenderà ad altre condizioni che calpestano la moralità cristiana, come per esempio le perversioni sessuali. Per i reati di eresia è prevista  il rogo al cospetto della comunità.

Nel 1486 ci fu una svolta epocale: Innocenzo VIII, nomina Tomàs de Torquemada inquisitore di tutti i domini di Ferdinando e Isabella d'Aragona. A sua volta, Torquemada investe Antonio de la Peña come inquisitore in Sicilia. Quindici anni più tardi, a novembre del 1500, Rinaldo Montoro e Giovanni Sgalambro, neo inquisitori della Sicilia decidono l'abolizione della vecchia inquisizione siciliana, con il nuovo tribunale distrettuale.

LA STRUTTURA

La struttura del tribunale vedeva al vertice della piramide: l’inquisitore, l’alguacil e il receptor. Essi beneficiano dello stesso salario. Il primo è capo dell’attività giudiziaria, il secondo, l’alguacil è a capo della “polizia”, mentre il receptor è a capo dell’attività amministrativa e finanziaria, e può svolgere funzioni di confisca di beni!

Oltre a queste figure troviamo i familiares, dei collaboratori esterni e informatori. Essi possono essere: laici, ecclesiastici e rappresentanti di arti e mestieri. Di solito appartengono all'alta nobiltà siciliana, riuscendo a penetrare nelle famiglie aristocratiche e popolari, per scovare e trovare nuove informazioni.

COME SI VENIVA INQUISITI 

Si veniva inquisiti in due modi: tramite denuncia o perché correva cattiva fama e arrivava alle orecchie dell'inquisitore. L'imputato veniva imprigionato senza sapere il reale motivo e chi lo avesse potuto denunciare. Catturare il presunto colpevole era compito dell'alguacil, ma a sua volta doveva essere presente lo stesso receptor e notaio per la confisca dei beni.

L'imputato veniva poi condotto in una sala segreta e interrogato dagli inquisitori, i quali predisponevano di una scaletta di domande standard, presente nei manuali e nelle instrucciones, con il fine di ottenere la confessione del delitto.

Nel caso l'imputato non confessava, cadeva sotto tortura, che l'inquisizione spagnola adottava in varie forme, compresi i carboni ardenti. Di solito, però in Sicilia si praticava la tortura detta ''tratti della corda''. Il povero malcapitato poteva avere tre tipi di sentenza: l'assoluzione; la riconciliazione con la chiesa o l'esecuzione per pena capitale.

Palazzo Chiaramonte- Steri di Parlermo fu la sede dell'Inquisizione Siciliana, ma presto fu poi istituita una succursale a Messina, poiché era la seconda città della Sicilia più importante a livello politico ed economico.

Fra i tanti accusati ovviamente c'erano anche le persone inquisite per magia e stregoneria. Tra gli inquisiti si trovano negromanti; streghe, esperti di magie di amore e odio e di tesori nascosti, e nel mettere e togliere il malocchio. Di solito la negromanzia (arte di domandare i demoni), era una pratica degli uomini colti. Le donne perlopiù erano delle guaritrici con degli elementi vegetali.

Solo nel 1546 vennero condannati 120 persone al rogo e 600 per penitenze minori. La Sicilia fu la regione italiana con più donne messe al rogo per ordine della Santa Inquisizione. La prima donna inquisita fu una certa Maria Luisa Mangano, accusata dal tribunale per adulterio e un'ora dopo torturata. Un'altra donna Francesca Buccheri la Cirneca  giudea finita al rogo.

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