La STORIA del CONTE di CAGLIOSTRO

 A 227 anni dalla sua morte. la storia del Conte di Cagliostro continua ad affascinare tantissime persone. Su di lui sono uscite svariate biografie, tra le quali quella pubblicata nel 1973 da Roberto Gervaso, Cagliostro, ma anche quella di A. Lattanzi, Bibliografia della Massoneria italiana e di Cagliostro, che ti consiglio di procurarti perché spiegate davvero bene, (link in descrizione).

Cagliostro è accostato storicamente a Franco Balsamo, ma alcuni ricercatori asseriscono che vi è una chiara distinzione con il Conte Alessandro Cagliostro. Quel che è certo che Alessandro nacque a Palermo il 2 giugno del 1743, ed ebbe un epilogo tragico il 26 agosto del 1795.

La sua vita è stata un turbine di avventura e conoscenza: mago, esoterista, alchimista, a volte anche imbroglione, avventuriero e addirittura guaritore e veggente. Siamo di fronte a uno dei personaggi più incredibili degli ultimi 225 anni.

Giuseppe Balsamo nacque il 2 giugno 1743, in uno dei quartieri più appariscenti e poveri di Palermo, al tempo si chiamava via della Perciata ora dell'Alberghiera. Il padre era un mercante di stoffe. Sei giorni dopo viene battezzato presso la cattedrale di Palermo, con una sfilza interminabile di nomi: Giuseppe, Giovanni Battista, Vincenzo, Pietro, Antonio e Matteo. La madrina è Vincenza Cagliostro consorte del prozio, Giuseppe Cagliostro, un uomo potente della Palermo di quei tempi, nonché discendente dai Bracconieri di Piscopo e di Castroreale.

Il padre di Giuseppe, infatti apparteneva a una rispettabile famiglia di Palermo, imparentata con quelli di Balsamo da Messina, per tradizione fedeli all'Ordine dei Cavalieri di Malta; una famiglia quella di Giuseppe caduta però in rovina. Come se non bastasse, lo stesso padre muore quasi subito dopo la sua nascita.

Con altri due fratelli da accudire, la madre decide di mandarlo da una parente sposata con un farmacista. Vi è però anche un'altra versione, nella quale Giuseppe viene accolto in un orfanotrofio di San Rocco, dove compì i suoi primi studi, sotto l'educazione dei padri Scolopi. Da questo collegio il bambino fugge svariate volte.

Per forgiare la sua indole da ribelle, nel 1756 viene mandato al convento dei Fatebenefratelli di Caltagirone. Da subito Giuseppe inizia a interessarsi di erbe medicinali, infusi, imparando le prime nozioni di botanica e rudimenti della stessa medicina.

Ma la sua natura irrequieta lo porta a essere allontanato anche da questo collegio. La madre, pur di non lasciarlo in mezzo a una strada lo introduce in una bottega di un pittore. Giuseppe trova l'ispirazione imparando l'arte di ricopiare, iniziando a vivere di imbrogli e truffe ai danni delle persone.

Purtroppo dopo l'ennesima truffa viene allontanato da Palermo: un orafo, un certo Vicenzo Marano plagiato da Balsamo, crede che con la magia avrebbe potuto trovare dei tesori nascosti  lasciati dagli arabi. Il malcapitato viene condotto in antro buio, ad attenderlo ci sono delle persone mascherate da demoni. Alcuni lo picchiano e gli rubano dei soldi e dei suoi beni.

Traferitosi a Messina, trova guida e protezione dal suo prozio Giuseppe Cagliostro, che lo introduce nel mondo esoterico. Sempre a Messina conosce un certo Altotas, che Cagliostro nel suo Memoriale del 1786, lo indicò come il suo Primo Maestro. Con Altotas viaggia in Egitto, a Rodi e a Malta,  introducendolo anche nell'Ordine deiCavalieri di Malta.

Nel 1766 grazie all'istruzione che gli viene data dal Gran Maestro Manuel Pinto de Fonseca, Balsamo impara nuove conoscenze sull'alchimia e contemplazione filosofica. Dopo due anni di studio ottiene l'ammissione all'Ordine dei Cavalieri di Malta, come da prassi gli impone di cambiare nome, e iniziare nuova vita.

Decide di adottare il titolo di Conte Alessandro Cagliostro, nome scelto in onore dello zio. L'Ordine gli conferisce il triplice cavalierato: templare, maltese e rosacrociano. Non potendo fare rientro a Palermo, si trasferisce a Roma in quartiere malfamato, qui conosce la sua futura moglie Lorenza Feliciani, molto più giovane di lui. Ha 15 anni ed è molto bella: occhi azzurri e capelli biondi. Non è istruita, anzi non sa ne leggere e scrivere.

Il 20 aprile 1768 si sposano presso la chiesa di San Salvatore in Campo, benché Lorenza è ignorante è però molto scaltra con gli uomini, e grazie all'approvazione del marito si corica nei letti di ricchi personaggi, tra cui quello del marchese Fontanar, con il quale si trasferiscono nel suo palazzo di Madrid. Nello stesso anno a Roma Balsamo viene arrestato per rissa nella Locanda del Sole, in piazza del Pantheon, ma rilasciato dopo tre giorni, grazie al benestare del cardinale Orsini.

Nella capitale Balsamo si mantiene falsificando documenti e sigilli, e alcune onorificenze militari, come il titolo di Colonello del Re di Prussia. Denunciato lui e il suocero scappano fino a Bergamo, continuando l'attività di truffatori. Arrestati, poi rilasciati si trasferiscono ad Axi-en- Provence, in Francia. Balsamo conoscerà lo stesso Giacomo Casanova, che lo definisce ''un genio fannullone''.

Truffato questa volta lui stesso da un sedicente Marchese di Alliata, al quale Balsamo aveva concesso di coricarsi con la moglie, è costretto a partire senza soldi, girovagando anche fuori dall'Italia. Balsamo e la moglie decidono di trasferirsi a Londra. Qui Balsamo prova a vivere onestamente disegnando pergamene. Non riuscendo a sbarcare il lunario organizza l'ennesima truffa che con la complicità di un siciliano di nome Vivona, sorprende la moglie a letto con un ingenuo quacchero.

Fingendosi sconvolto, per non denunciare il fatto pretende una ingente somma di denaro, raggirato però dall'altro complice, cade ancor più in rovina, non riuscendo a pagare tutti i debiti contratti, venendo arrestato. Grazie al ricco sir Edward Hales, per intercessione di letto assieme alla moglie di Balsamo, viene scarcerato e assunto dallo stesso nobile come affrescatore. Viene cacciato visto i disastri.

Seguiranno varie fughe in altri stati europei: nel 1772 in Francia è particolarmente importante l'incontro con l'avvocato francese Duplessis- amministratore dei beni della marchesa de Prie. Anche questa volta Cagliostro organizza l'incontro tra la moglie e il ricco personaggio, con il fine di incastrare quest'ultimo. Solo che in questa circostanza, la moglie Lorenza si è davvero infatuata di  Duplessis. Rompe con Balsamo, lui la denuncia per abbandono del tetto coniugale. La donna è costretta a passare quattro mesi nelle carceri parigine. Pur di uscire ritira la denuncia.

Da questo momento Giuseppe Balsamo adotterà per sempre il titolo e nome di conte Alessandro Cagliostro. Il 12 aprile 1777, per lui è una data importante, fu introdotto nella Massoneria nella loggia francofona L'Espérance. Nello stesso anno diventa il fondatore di una seta di rito egiziano: il fine era quello tramite delle pratiche di meditazione di rigenerare l'anima e il corpo.

Tra gli ambienti esoterici gli vengono riconosciuti dei poteri straordinari di magia e poteri predittivi, riuscendo a indovinare l'uscita di alcuni numeri della Lotteria inglese. La casa di Cagliostro viene presa d'assalto da persone che vogliono una previsione del Grande Mago. In questo marasma generale ci sono anche due finti coniugi: William Scott e Mary Fray.

Dopo alcuni vincite andate in porto, pretendono sempre di più dal mago, all'ennesimo rifiuto di Cagliostro, i due organizzano un tranello: regalano a Lorenza un cofanetto con dentro dei diamanti, ma poi denunciano i coniugi Balsamo, come possessori illegali dei gioielli.

Balsamo viene assolto a fine processo, ma la sua persona ormai è stata infamata. Non sopportando questo genere di umiliazione, grazie a essere entrato nella Massoneria, questa, volta per stregoneria e magia, lancia una maledizione ai coniugi e al giudice che lo aveva condannato a un mese di carcere. Maledizione che porterà alla morte di questi ultimi.

Ormai all'apice della sua fama, si trova immischiato nella vicenda dello Scandalo della Collana, ai danni del cardinale Rohan e di Maria Antonietta. Per attenuare le sue colpe, la contessa De la Motte accusa Cagliostro come ideatore della truffa.

Ormai la vita di Cagliostro sta svolgendo al suo epilogo: costretto a lasciare Parigi, torna in Italia a Trento facendo la conoscenza del principe - vescovo Pietro Vigilio Thunee. ll mago dichiara di essere pronto a tornare a Roma, purché munito di salvacondotto. A Roma alloggia inizialmente in una locando in Piazza di Spagna, e poi presso i parenti della moglie in Campo dei Fiori.

Una sera avvicinato con l'inganno da due spie del Vaticano, Cagliostro ignaro li introduce nella loggia della Massoneria e iniziandoli al rito. Soddisfatti per quello che avevano visto, denunciano il fatto al Santo Uffizio. Denuncia che avverrà dalla stessa moglie di Balsamo.

La sera del 27 dicembre 1790 Cagliostro viene condotto presso la fortezza d Castel Sant'Angelo, ci rimane per 5 mesi, nei quali verrà sottoposto a estenuanti interrogatori. Balsamo si sente sconfitto e umiliato nell'animo e come persona.

È accusato dalla Santa Inquisizione di eresia e negromanzia. Stanco e costretto a tutte le torture subite, il mago con il capo coperto ammette dei suoi misfatti e pronuncia l'abiura d'eretico. Il pontefice Pio VI gli commuta la pena capitale in ergastolo. Costretto a percorrere alla mercé del popolo una strada a piedi nudi e con un saio indosso.

Da Castel Sant'Angelo viene deportato alla carceri di San Leo, luogo dove troverà la sua morte. Calato attraverso una botola dal soffitto nella cella del Pozzetto, costretto a vivere gli ultimi anni della sua vita in una cella larga 3x3. 

Nel 1793 scrive al Papa di aver avuto delle visioni che gli fanno pensare di essere diventato una santo - martire. Due anni dopo, il 26 agosto 1795, ecco giungere la morte. Il corpo del conte di Cagliostro viene ritrovato dalle guardie e dal cappellano semiparalizzato nel suo tavolaccio.

Come si usava per tutti gli eretici, anche Cagliostro fu sepolto senza cassa e con un sasso sopra la testa.

  




Commenti

Post popolari in questo blog

La Musica: una potente energia e medicina naturale

Il complicato mondo del segno del cancro

L'Edicola: un bene da preservare